









Valerio Tiberi è un Lighting Designer internazionale e fondatore di K5600 Design con sede a Milano, che sperimenta con la luce come nessun altro. Tiberi spinge creativamente i confini della luce e lavora in prima persona per scoprire l'arte della luce e il suo potenziale, trovando al contempo modi innovativi per utilizzare le nuove tecnologie in questa forma d'arte. Tiberi ha collaborato con il Teatro alla Scala di Milano e ha progettato Dirty Dancing per il West End di Londra.
Valerio Tiberi è un Lighting Designer internazionale e fondatore di K5600 Design con sede a Milano, che sperimenta con la luce come nessun altro. Tiberi spinge creativamente i confini della luce e lavora in prima persona per scoprire l'arte della luce e il suo potenziale, trovando al contempo modi innovativi per utilizzare le nuove tecnologie in questa forma d'arte. Tiberi ha collaborato con il Teatro alla Scala di Milano e ha progettato Dirty Dancing per il West End di Londra.
Valerio Tiberi è un Lighting Designer internazionale e fondatore di K5600 Design con sede a Milano, che sperimenta con la luce come nessun altro. Tiberi spinge creativamente i confini della luce e lavora in prima persona per scoprire l'arte della luce e il suo potenziale, trovando al contempo modi innovativi per utilizzare le nuove tecnologie in questa forma d'arte. Tiberi ha collaborato con il Teatro alla Scala di Milano e ha progettato Dirty Dancing per il West End di Londra.
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Dovendo scegliere un'immagine per descrivere il lavoro di Henning Brockhaus con un approccio sintetico e simbolico, il mio pensiero va subito a quell'enorme distesa di pannelli specchiati che per gradi digradano verso l'alto dal palcoscenico fino a diventare l'incredibile fondale de La Traviata, in una delle più importanti edizioni mai messe in scena dal vivo, in un progetto congiunto con Josef Svoboda, per la stagione estiva 1992 allo Sferisterio di Macerata in Italia.
Dovendo scegliere un'immagine per descrivere il lavoro di Henning Brockhaus con un approccio sintetico e simbolico, il mio pensiero va subito a quell'enorme distesa di pannelli specchiati che per gradi digradano verso l'alto dal palcoscenico fino a diventare l'incredibile fondale de La Traviata, in una delle più importanti edizioni mai messe in scena dal vivo, in un progetto congiunto con Josef Svoboda, per la stagione estiva 1992 allo Sferisterio di Macerata in Italia.
Dovendo scegliere un'immagine per descrivere il lavoro di Henning Brockhaus con un approccio sintetico e simbolico, il mio pensiero va subito a quell'enorme distesa di pannelli specchiati che per gradi digradano verso l'alto dal palcoscenico fino a diventare l'incredibile fondale de La Traviata, in una delle più importanti edizioni mai messe in scena dal vivo, in un progetto congiunto con Josef Svoboda, per la stagione estiva 1992 allo Sferisterio di Macerata in Italia.
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Oggi le nuove tecnologie ci permettono di entrare "nel centro del quadro", come recitava il manifesto tecnico della pittura futurista, lasciando allo spettatore stesso il compito di completare l'opera. Una chiara dimostrazione di ciò è rappresentata dai Pagliacci messi in scena al Carlo Felice di Genova da Cristian Taraborelli, che ha scelto di lavorare con la realtà aumentata. È la prima volta che questo accade in Italia, e forse anche all'estero, con l'eccezione di produzioni simili alla Comische Oper di Berlino.
Oggi le nuove tecnologie ci permettono di entrare "nel centro del quadro", come recitava il manifesto tecnico della pittura futurista, lasciando allo spettatore stesso il compito di completare l'opera. Una chiara dimostrazione di ciò è rappresentata dai Pagliacci messi in scena al Carlo Felice di Genova da Cristian Taraborelli, che ha scelto di lavorare con la realtà aumentata. È la prima volta che questo accade in Italia, e forse anche all'estero, con l'eccezione di produzioni simili alla Comische Oper di Berlino.
Oggi le nuove tecnologie ci permettono di entrare "nel centro del quadro", come recitava il manifesto tecnico della pittura futurista, lasciando allo spettatore stesso il compito di completare l'opera. Una chiara dimostrazione di ciò è rappresentata dai Pagliacci messi in scena al Carlo Felice di Genova da Cristian Taraborelli, che ha scelto di lavorare con la realtà aumentata. È la prima volta che questo accade in Italia, e forse anche all'estero, con l'eccezione di produzioni simili alla Comische Oper di Berlino.
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